CHIESA DI SAN VITO E MODESTO

CHIESA PARROCCHIALE DI ANZANO

Anticamente il paese di Anzano era legato alla chiesa di Sant’Andrea di Bigonzo di Serravalle e divenne parrocchia indipendente dalla seconda metà del XVI secolo.  La primitiva chiesa possedeva già due altari: quello maggiore, che nel 1569 era già ornato dalla pala di Francesco da Milano e l’altare del Santissimo Sacramento.

I preparativi per la costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale ebbero inizio nel 1768: lo si evince dal registro della Pia Luminaria di Vito di Anzano, tuttora custodito nell’archivio parrocchiale. Sotto l’amministrazione di Dell’ Antonia Giacomo, giurato dal 15 giugno 1770, i lavori per la costruzione della chiesa furono diretti da Mr. Pietro Cinot ed ebbero un costo totale di L. 265.

La costruzione della chiesa attuale fu portata a termine nel 1787.

A quell’epoca era ancora priva dell’elegante facciata che si presume elevata successivamente, in vista della consacrazione avvenuta nel 1830 ad opera del vescovo Antonio Barnaldo Squarcina.

La facciata è caratterizzata da quattro lesene di ordine ionico, sorrette da un alto zoccolo in pietra dolce del Caglieron.

All’interno, il portale d’ingresso con un piccolo frontone sopra il quale in posizione di rilievo c’è un grande rosone, si apre su una navata unica. Le pareti laterali sono scandite da ampie nicchie separate da lesene e sorreggono la cornice marcapiano estesa fino alla zona presbiteriale.

Nella prima nicchia a sinistra dopo l’ingresso principale è collocato il battistero, sistemato nella chiesa attuale il 16 novembre 1789 Dal lato opposto, dentro la nicchia di destra, è sistemato l’altare del SS Cuore di Gesù, eretto nel 1942 in marmo pregiato con una statua del De Matz da Ortisei di Valgardena.

Più avanti sulla sinistra, un’altra nicchia ospita l’Altare del Rosario con una statua della Beata Vergine con il Bambino su cui è inciso il motto “In hoc antrum vincit”. Nella nicchia di destra c’è invece l’altare di San Sebastiano, ornato dalla pala -dipinta nel 1607 da Silvestro Arnosti- con i Santi Sebastiano e Antonio Abate.

Nel 1744 fu realizzato il tabernacolo da Antonio Minotto da Ceneda, in collaborazione con il Franceschini da Conegliano.

All’interno dell’archivio parrocchiale si trova il documento datato 17 ottobre 1830 riguardante la consacrazione dell’altare maggiore intitolato a S. Vito e la deposizione del SS. Sacramento.

Sulla parete dietro l’Altare maggiore è posta la pala di Francesco Pagani che raffigura San Vito in primo piano in armatura e San Tiziano in abiti vescovili; tra i due figurano inginocchiati i Santi Rocco e Sebastiano in sacra conversazione con la Madonna tra le nubi col bambino, attorniata da un gruppo di Angeli.

 

La pala “Madonna col bambino in gloria e i santi Vito, Rocco, Sebastiano e Tiziano” è stata realizzata da Francesco Pagani, detto Francesco da Milano, un pittore di chiare origini lombarde che nacque verso la fine del 1400.

Ben poco si sa di questo autore, che però ci ha lasciato una ventina di opere, tra tele e affreschi.

La pala venne ideata nel 1500 e, siccome San Rocco e San Sebastiano sono i Santi protettori contro la peste, venne realizzata proprio per proteggere gli Anzanesi da un’epidemia di peste che era scoppiata probabilmente nelle zone limitrofe. È stata dipinta su una tavola di legno con dei colori mischiati con tuorlo d’uovo per renderli più brillanti e misura 240 cm in altezza e 180 cm in lunghezza.

In alto, avvolta dalle nuvole e circondata da una gloria di angeli e cherubini, possiamo ammirare una Madonna dal volto delicato, chinato a destra e incorniciato da capelli bipartiti sulla fronte. La madre di Gesù indossa una veste rossa ed è avvolta in un manto scuro.

San Vito è sulla sinistra e indossa un’armatura scintillante; accanto a questa figura troviamo San Rocco, vestito di pelliccia e inginocchiato davanti ad un altro Santo, San Sebastiano, trafitto da frecce. San Tiziano sembra vestito da mago, ma in realtà le sue vesti e i suoi “accessori” ci fanno capire che in vita è stato un vescovo. I santi Rocco e Sebastiano sono ritratti inginocchiati per terra, in atteggiamento di preghiera, mentre i santi Vito e Tiziano sono raffigurati in piedi, in primo piano, in una posa ardita, quasi a fare da sfondo alla sacra conversazione che si sta svolgendo tra Maria, San Rocco e San Sebastiano.

Il paesaggio che si delinea alle loro spalle non è davvero faticoso da identificare: si tratta del territorio vittoriese, bagnato dal fiume Meschio in primo piano e superato da un ponte di legno oltre il quale si riconosce un castello che fa pensare a quello vescovile di San Martino, inserito in un panorama più ampio (si tratta forse del massiccio del Cansiglio-Cavallo?).